Cafaggiolo

Note Storiche

Il complesso monumentale di Cafaggiolo si trova a nord di Firenze, nel territorio del Mugello, antico luogo di provenienza della famiglia Medici. Cafaggiolo, castello-villa con il relativo borgo, rappresenta un “insieme unitario identificabile come uno dei più antichi possedimenti medicei, ristrutturato da Michelozzo di Bartolomeo nel XV secolo e quindi di grande rilievo sia per la qualità architettonica, sia per la memoria storica, visto che per secoli si è mantenuto tra i beni della famiglia nel luogo identificato come origine della propria stirpe.

'200 - '300

Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, per opera di Averardo II, i Medici intraprendono una politica di acquisizione di proprietà fondiarie, trasformando l’originario pagus longobardo prima in una sorta di granaio fortificato e poi in una delle principali residenze medicee, creando al contempo un sistema territoriale sempre più vasto e articolato.

Il predominio mediceo su questa zona mugellana si concretizza in una sorta di latifondo con epicentro a Cafaggiolo, che segna la fine delle piccole proprietà e delle comunità agricole autonome precedenti. Il territorio trova nel castello, al tempo stesso centro e motore del sistema agricolo, il proprio segno di potere e prestigio: si configura così una sorta di “feudo mugellano mediceo” costituito dal castello e dai suoi poderi.

Con il decreto protocollo n. 02068 del 14 settembre 2012 la Soprintendenza ha dichiarato il bene denominato “Complesso Monumentale di Cafaggiolo, compresa una porzione del Fosso di Bucciano ed il muro di confine che delimita il giardino” di interesse storico-artistico particolarmente importante.

MASTERPLAN DI CAFAGGIOLO

Patrimonio Unesco: conservare e condividere

Se c’è un’età che dobbiamo chiamar d’oro, essa è senza dubbio quella che produce dovunque ingegni d’oro. […] Questo secolo, infatti, come aureo, ha riportato alla luce le arti liberali già quasi scomparse, la grammatica, la poesia, l’oratoria, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica e l’antico suono della lira orfica. E ciò a Firenze.

Marsilio Ficino, Lettera a Paolo di Middelburg, 1484

Nel 2013 il complesso di Cafaggiolo è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco, insieme con altre undici ville e due giardini medicei siti in Toscana, “per il particolare valore rappresentativo e rilevanza culturale, artistica e paesaggistica, per l’elevata qualità e il grado di autenticità e di integrità riscontrati”, come si legge nella motivazione dell’organizzazione delle Nazioni Unite.

Caratterizzata da un respiro più ampio rispetto al concetto medievale di hortus conclusus, l’architettura delle ville medicee apre alla natura, che si integra con il costruito quasi senza soluzione di continuità; apre all’ozio fecondo, laddove si configura come spazio per il godimento e la ricerca intellettuale; apre alle persone, alle idee e agli esiti artistici, come racconta lo splendido esempio della corte di Lorenzo il Magnifico, popolata di filosofi, letterati e artisti; apre alla salute, in quanto rifugio dalle epidemie di peste; apre alla calma, in quanto spesso rifugio dagli intrighi politici che si tramano nei più caotici centri urbani del potere.

La temporanea sospensione delle attività consuete, il tempo per la riflessione, per le arti, il valore fondante attribuito alla conoscenza e alla sua coltivazione e diffusione: tutto questo è possibile e favorito nelle costruzioni medicee in armonia con la natura, sintesi olistiche di ambienti abitati e ambienti naturali. Un concetto che trova la sua rappresentazione perfetta nell’architettura dei giardini all’italiana, forme ideate dagli umani sul modello delle leggi che governano la sontuosa geometria naturale.

Da edificio turrito e recintato, circondato da fossati e protetto da un ponte levatoio – una fortezza destinata alla difesa militare commissionata a Michelozzo da Cosimo il Vecchio –, per volontà dello stesso Cosimo la villa dà avvio al proprio “rinascimento” mentre il banchiere, come riportato dal Vasari, fa sistemare l’area circostante, “i poderi, le strade, i giardini, e le fontane con boschi attorno, ragnaie, e altre cose da ville molto onorate”.

Qui, nella fortezza del Mugello tramutata in residenza, il tempo della villeggiatura e dello svago dei signori avrebbe dato impulso a un’epoca nuova, qui Lorenzo il Magnifico avrebbe ospitato il Poliziano, Pico della Mirandola, Marsilio Ficino.

Un impulso paragonabile a quella volontà di coltivare l’ingegno, di generare la bellezza, di comporre stimoli diversi in un insieme coerente è quello che ha spinto Marzocco Investment & Development ad acquistare la proprietà. Conservare, proteggere, riportare all’antico per condividere nel nostro tempo un secondo rinascimento: nel progetto degli investitori è vivo lo spirito mediceo, in cui lo svago del corpo non è separato dal godimento dello spirito, e insieme costituiscono la vita buona. E sarà vivo il borgo, aperto al rapporto e allo scambio con il territorio. Come la Cafaggiolo di un tempo ha inaugurato un’epoca splendida di sapienza e bellezza, così la nuova Cafaggiolo si porrà in dialogo con il circostante. Il museo dei Medici e quello di arte contemporanea costituiranno un ponte tra epoche per chiunque vorrà visitarli. Gli sport, le spa, il contatto diretto con una natura vicinissima, la presenza dell’acqua, concorreranno al benessere del corpo degli ospiti in un ambiente dove l’opera umana è tutta ecosostenibile.

In sintonia con la motivazione dell’Unesco, il gruppo Marzocco preserverà l’integrità e l’autenticità dei luoghi con opere di conservazione e ripristino ove necessario, ampliando e declinando l’offerta nel pieno rispetto della funzione originaria del complesso. La permanenza, nello sviluppo e nel cambiamento necessari per adeguare Cafaggiolo alla contemporaneità, sarà la cifra dell’intervento di Marzocco Investment & Development, che dà il benvenuto ai fiorentini nella loro cultura sin d’ora.

Come la villa era integrata in un tessuto in cui ogni elemento chiamava l’altro e in relazione all’altro esisteva, così la ritrovata Cafaggiolo interloquirà e si confronterà con il territorio, con l’auspicio di aprire un’altra età che dobbiamo chiamar d’oro.